
Il CONECOFOR - CONtrolli ECOsistemi FORestali
Come stanno le nostre foreste? E quelle del resto d'Europa? L'inquinamento atmosferico che in passato ha provocato
tanti danni, minaccia ancora i nostri alberi? E i cambiamenti climatici, quale impatto hanno sui boschi, e
soprattutto sulla biodiversità degli ecosistemi forestali?
La Rete Nazionale per il Controllo degli Ecosistemi Forestali (CONECOFOR), istituita nel 1995 dal Corpo forestale,
risponde a queste e ad altre domande attraverso il monitoraggio delle interazioni ecologiche tra le componenti
strutturali e funzionali degli ecosistemi forestali e i fattori di pressione e cambiamento su larga scala.
Il Programma CONECOFOR, svolto nel quadro della Convenzione Internazionale UN/ECE sull'Inquinamento Atmosferico
Transfrontaliero a Lungo Raggio ed in attuazione del Regolamento Comunitario sul monitoraggio delle foreste e
delle interazioni ambientali (Forest Focus), è il primo ed unico esperimento riuscito di Rete ecologica a
lungo termine su scala nazionale che sia stato possibile costituire, mantenere e sviluppare per un periodo di
tempo così lungo.
E' basato su 31 aree permanenti sparse su tutto il territorio nazionale e rappresentative di tutte le principali
comunità forestali italiane (faggete, peccete, cerrete, leccete, foreste planiziali, ecc.); 24 aree su 31 si
trovano in aree montane, tra 700 e 1900 m s.l.m., 17 sono ubicate nel territorio di aree protette, mentre in
22 aree sono presenti habitat o specie di interesse comunitario o prioritarie (Direttiva Habitat CE n. 92/43).
Oltre che nelle 31 aree di I livello, vengono effettuate ricerche a tempo indeterminato per rilevare i cambiamenti
della vegetazione, del suolo, della salute e degli accrescimenti degli alberi anche in 265 punti di Livello II:
la Rete di Livello I, che copre tutto il territorio nazionale sulla base di una griglia di 16 x 16 km, è
utilizzata come sistema di primo allarme dei danni al patrimonio forestale; la Rete di Livello II è basata
sulle aree di monitoraggio intensivo, nelle quali si svolge la maggior parte delle ricerche, per comprendere le
interazioni tra inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici ed ecosistemi forestali.
Sotto la lente degli esperti: condizione della vegetazione, delle chiome, contenuto chimico delle foglie e dei
suoli, variazioni dell'accrescimento degli alberi, deposizioni atmosferiche, clima e microclima, ozono e
biodiversità. Insomma un vero e proprio check-up che in quasi 15 anni ha permesso agli esperti del Servizio
CONECOFOR della forestale di conoscere lo stato di salute degli ecosistemi verdi del nostro Paese.
L'INFC - Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio
Alla fine degli anni '90 le informazioni disponibili sulla consistenza e lo stato delle foreste in Italia
apparivano datate e insufficienti a fornire risposte efficaci alle rinnovate esigenze informative a livello
nazionale e internazionale.
Il Corpo forestale dello Stato avviava quindi un’azione finalizzata ad aggiornare e integrare le conoscenze sulle
foreste italiane affidando al CRA ISAFA il compito di realizzare uno studio preliminare di fattibilità
per il secondo inventario forestale nazionale (IFN) italiano.
Lo studio preliminare concluso nel 1999 dal CRA-ISAFA definiva le necessità informative, alcune ipotesi progettuali,
i costi e i tempi di realizzazione del nuovo IFN. Obiettivi e organizzazione
Su tale base e alla luce delle nuove esigenze emerse nel frattempo, è stato delineato nel 2002-2003 un
nuovo percorso progettuale, organizzativo ed attuativo, volto a fornire, nei tempi previsti dagli accordi
internazionali e in particolare dal Protocollo di Kyoto, le informazioni richieste al nostro Paese, nel rispetto
dei tempi tecnici necessari ad acquisire una considerevole mole di informazioni sull’intero territorio nazionale.
E’ l’avvio del nuovo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio (INFC), analogamente
al primo inventario l’INFC viene realizzato dal personale del Corpo Forestale dello Stato, che coordina e finanzia
il progetto; il CRA-ISAFA, come responsabile della progettazione, cura gli aspetti tecnico-scientifici, la
formazione del personale, l’elaborazione e la presentazione dei risultati.